I pescatori di mezzanotte è da considerarsi tra le opere di punta di Tatsumi, amato dalle giovani generazioni che si identificano con la durezza delle storie da lui narrate. Lo stile dal taglio realistico, sempre drammatico, psicologico, scandaglia le ipocrisie della società giapponese rivelando senza riserve le illusioni del "Japanese Dream", che attirava milioni di giovani verso la vita nelle megalopoli.
Nelle periferie degradate di Tokyo, anni '70, si annida un esercito di giovani disillusi, protagonisti del movimento studentesco di qualche anno prima. Questi "working poors" di 50 anni fa vivono fluttuando in un limbo fra due forze opposte: il desiderio di fuga verso il mondo rurale, che rappresenta al contempo il ritorno a un passato mitizzato, e la volontà di lasciarsi risucchiare dal vortice del consumismo e realizzare la propria personale ascesa sociale.
Yoshihiro Tatsumi è tra i maggiori esponenti del movimento Gekiga, termine da lui stesso coniato per indicare storie a fumetti dal taglio drammatico, che si opponevano a quelle di intrattenimento, chiamate comunemente Manga. Con questo genere si è affermato in Giappone sin dagli anni Sessanta e insieme ai fratelli Tsuge (entrambi pubblicati da Oblomov) è da considerarsi come uno dei massimi esponenti del fumetto asiatico di tutti i tempi.
Ha traghettato il fumetto verso la sua consacrazione culturale, gettando le basi per il graphic novel. Tatsumi, scomparso di recente, è pubblicato in tutto il mondo e ha ricevuto premi e onorificenze ovunque. Per citarne alcuni, il Premio Culturale Osamu Tezuka nel 2009, per l'autobiografia disegnata Una vita ai margini, un Eisner Award nel 2010 e il Regards sur le monde durante il Festival di Angoulême del 2012.