"Il mondo dei Peanuts è un microcosmo, una piccola commedia umana sia per il lettore candido che per quello sofisticato". Così scrisse Umberto Eco nella prefazione alla prima edizione italiana dei Peanuts.
Quasi settant'anni dopo la loro prima apparizione, siamo ancora assetati di Peanuts. Perché, per proseguire con le parole di Eco (traduttore di molte strisce presenti in queste edizioni Oblomov), Schulz mostra chiaramente le nevrosi universali dell'uomo moderno; ma "all'improvviso, in questa enciclopedia delle debolezze contemporanee, ci sono (…) schiarite luminose, variazioni disimpegnate, allegri rondò dove tutto si pacifica in poche battute.
I mostri ritornano bambini, Schultz diventa solo un poeta dell'infanzia".
Charles Monroe Schulz nasce a Minneapolis, Minnesota, il 26 novembre 1922 e da subito sembra destinato al fumetto. Appena nato uno zio lo soprannomina Sparky (come il cavallo di "Barney Google", striscia allora popolarissima) ed è con questo nomignolo che Schulz firmerà i suoi primi lavori. All'età di tredici anni, gli regalano un cane bianco e nero di nome Spike, buffo e intelligente, il modello di quello che più tardi sarà Snoopy.
Stessa origine pseudo-autobiografica hanno gli altri personaggi dei Peanuts, destinati a diventare il fumetto più popolare di sempre. Fra il 1950 (anno di pubblicazione della prima striscia) e il 1999 (anno di ritiro dell'autore, che morirà di lì a poco) i Peanuts saranno pubblicati su circa 2600 quotidiani e riviste in tutto il mondo.