Questo libro raccoglie quattordici racconti pubblicati sulla rivista "Garo" tra il 1966 e il 1968, in cui Yoshiharu Tsuge crea un nuovo modo di raccontare e intendere la narrativa a fumetti: la sua voce disincantata, che unisce introspezione, poesia e mistero, lo renderà un nume tutelare del fumetto d'autore.
Sono racconti intrisi di realismo magico, ispirati da viaggi ed esperienze personali, e immortalano personaggi che diventeranno iconici nella cultura giapponese, come il protagonista del racconto Ben della capanna di neve, o Sayoko, la "ragazza dei fiori rossi". Nei racconti però non vi sono solo protagonisti umani: anche gli animali si caricano di forti contenuti simbolici, come nel racconto La salamandra, dove l'anfibio diventa metafora del subconscio dell'autore.
Yoshiharu Tsuge (1937) è tra i maggiori autori di fumetto di tutti i tempi. Insieme a Tatsumi, ha rinnovato il fumetto giapponese introducendovi tematiche adulte, di vita vissuta, con personaggi reali, poco appariscenti, minori, a volte marginali.
Tra il 1965 e il 1970 pubblica racconti di più netto taglio surrealista sulla rivista d'avanguardia "Garo": Nejishiki, del 1968, ha un grande successo e lo fa conoscere anche all'estero. In seguito, una profonda crisi individuale lo porta a ritirarsi dalla vita pubblica. La sua reclusione volontaria ne fa un personaggio di culto, una specie di Salinger del fumetto giapponese.
L'ultimo romanzo prima del ritiro è "L'uomo senza talento", del 1986, di recente pubblicazione in Italia.