El Borbah è il personaggio feticcio di Charles Burns, con cui si è imposto nel firmamento del fumetto americano e con cui ha affinato il suo segno POP.
Appartiene alla trilogia (insieme a Skin Deep e Big Baby) che precede l'opera cult Black Hole. El Borbah è un detective sui generis, con una mise da lottatore di wrestling e un phisique du rôle adeguato. Indossa una maschera che ne occulta completamente il volto, come i lottatori messicani di cui Burns guardava gli incontri per notti intere, perché gli ricordavano i supereroi dei fumetti che leggeva da bambino.
In Love in Vein, il primo racconto realizzato, pubblicato su Raw nel 1981, un donatore di sperma post-nazista pianifica di creare una razza superiore di figli che si rivoltino contro i genitori e prendano il potere; in Robot Love l'antagonismo generazionale si esprime in un ideale di "anestesia emotiva": giovani "arrabbiati" si trasformano in robot sostituendo man mano parti del proprio corpo, per poi scoprire che lo stesso hanno fatto i genitori.
Charles Burns è uno dei maestri del fumetto contemporaneo. Debutta su Raw, la storica rivista diretta da Art Spiegelman, e poi per tutti gli anni '80 pubblica storie in cui esplora il lato ipocrita del mondo piccolo borghese americano, come nella trilogia Skin Deep, El Borbah, Big Baby.
In Italia per un periodo, negli stessi anni partecipa all'avventura di Valvoline (insieme a Brolli, Carpinteri, Kramsky, Igort, Jori, Mattotti) e pubblica su alcune delle riviste cult dell'epoca, tra cui "Frigidaire" e "Alter Alter".
Ha pubblicato Black Hole, opera per la quale ha lavorato 11 anni e che gli è valsa vari riconoscimenti, e poi la trilogia moderna Xed out, The Hive e Sugar skull.