Destino è un vero e proprio viaggio nella carriera di Yoshiharu Tsuge attraverso i suoi stessi racconti. Vi troviamo le primissime apparizioni sulla rivista "Garo", con racconti di samurai già pervasi di lirismo, onirismo, ironia ed empatia per gli ultimi (ad esempio proprio Destino, che dà il titolo alla raccolta), ma anche racconti precedenti che incarnano lo stile gekiga più autentico (Manette e Il formicaleone; quest'ultimo è appunto la versione ampliata di un racconto di fine anni '50).
Vi troviamo poi racconti di viaggio di fine carriera, dove emergono tematiche erotiche (Il nostalgico) e ritratti delle classi più umili (La locanda del realismo). L'inquietudine, espressa in maniera esplicita nei primi racconti pulp, si trasforma in brivido implicito, grazie a una complessa simbologia che rilascia echi e riverberi e alla narrazione di emozioni esaltate dall'incertezza del non detto.
Yoshiharu Tsuge (1937) è tra i maggiori autori di fumetto di tutti i tempi. Insieme a Yoshihiro Tatsumi, ha rinnovato il fumetto giapponese introducendovi tematiche adulte, di vita vissuta, con personaggi reali, poco appariscenti, minori, a volte marginali.
Tra il 1965 e il 1970 pubblica racconti di più netto taglio surrealista sulla rivista d'avanguardia "Garo": Nejishiki, del 1968, ha un grande successo e lo fa conoscere anche all'estero. In seguito, una profonda crisi individuale lo porta a ritirarsi dalla vita pubblica. La sua reclusione volontaria ne fa un personaggio di culto, una specie di Salinger del fumetto giapponese.
L'ultimo romanzo prima del ritiro è L'uomo senza talento, del 1986, di recente pubblicazione in Italia.
Dopo Nejishiki e Fiori Rossi (2018), con questa raccolta Oblomov continua la pubblicazione dei racconti comparsi su "Garo".