Lyonel Feininger è l'autore di due sole opere a fumetti – The Kin-der-Kids e Il mondo di Wee Willie Winkie (entrambe raccolte integralmente in questo volume) – che però segnarono il passaggio dalla striscia satirica di stampo ottocentesco alla moderna novel. Feininger fu il primo a immaginare una storia a fumetti a puntate. The Kin-der-Kids racconta le avventure surreali di tre fratellini che a bordo di una vasca da bagno salpano dal porto di Manhattan alla scoperta del mondo.
Alcuni personaggi di contorno – una zia apprensiva che li segue su un pallone aerostatico per sincerarsi che prendano la quotidiana dose di olio di ricino, un Mysterious Pete avvolto in un pastrano che viaggia su una nuvola e occasionalmente li trae dai guai, un cane triste di nome Sherlock – completano la crew girovaga che anima le coloratissime tavole del fumetto. Tavole a piena pagina, per la prima volta senza rigida divisione delle vignette – lezione della quale si ricorderà il grande Moebius – dal tratto espressionista in linea con le sperimentazioni delle avanguardie che l'artista frequentava a Weimar e a Parigi negli stessi anni.
Nelle tavole di Il mondo di Wee Willie Winkie l'espressionismo si fa ancora più accentuato, diventando mezzo per la rappresentazione di una realtà quasi onirica, distorta dallo sguardo visionario del bambino protagonista.
Figlio di padre tedesco e madre americana, Feininger nasce a New York nel 1871, ma riceve la propria educazione in Europa, dove i genitori, entrambi musicisti, si trasferiscono verso la fine del secolo.
Grande sperimentatore di linguaggi, pittore, grafico, tipografo e musicista, sodale di Klee e Kandinskij, Feininger è uno degli esponenti di spicco del Bauhaus, fino a quando tutte le sedi della scuola d'arte "degenerata" non vengono chiuse dai Nazisti nel 1933.
Tornato in America per sfuggire alle persecuzioni razziali – la moglie Julia è in parte ebrea – continua a dipingere e insegnare. Il Moma gli dedica una grande retrospettiva nel 1944.
L'opera di Feiniger ha avuto un'influenza duratura su generazioni di fumettisti tra i quali Edward Gorey, Art Spiegelman e lo stesso Igort.